Una parte di fondamentale rilevanza all’interno della sezione dei metodi di interpretazione di un articolo scientifico originale è sicuramente quella dedicata all’analisi dei dati, ovvero alle analisi statistiche effettuate sul campione di dati raccolto.
In questa sezione sarebbe opportuno che vi fossero descritte tutte le metodologie statistiche utilizzate, a partire dalle statistiche descrittive fino alla enunciazione dei test statistici e dei modelli inferenziali. Bisognerebbe inoltre ritrovare nel testo indicazioni in merito al software utilizzato per le analisi e alla scelta del livello di significatività, che deve essere coerente con le assunzioni considerate per il dimensionamento campionario.
Di seguito potete esaminare quanto specificato in merito nell’articolo di Tandon et al. in esame:
Quali sono le differenze tra statistica descrittiva e statistica inferenziale?
La statistica descrittiva è una branca della statistica che permette la sintesi dei dati attraverso indici più o meno complessi:
- nel caso di variabili qualitative si parla di distribuzione di frequenza che fornisce il numero assoluto (solitamente indicato con ‘N’) e relativo (solitamente indicato con ‘%’) degli individui che possiedono una determinata caratteristica;
- nel caso di variabili quantitative si parla di indici di tendenza centrale (o di posizione) e di variabilità (o di dispersione).
Indici di tendenza centrale (o di posizione)
Se il numero delle osservazioni è dispari, il valore della mediana coincide con il valore del dato alla posizione centrale ovvero (n+1)/2. |
Indici di variabilità (o di dispersione)
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Nella sezione dei risultati di un articolo scientifico, generalmente si trova, nella parte iniziale, l’applicazione delle statistiche descrittive, soprattutto al fine di fornire una panoramica delle caratteristiche demografiche e mediche della popolazione in studio.
Di seguito, a titolo esemplificativo, quanto riportato nell’articolo di Tandon et al.: